Tempi di crisi e continua corsa ad ostacoli per le imprese nella ricerca di soluzioni che alimentino gli ordinativi, spesso con richieste di riduzione dei margini a livelli insostenibili.
In questa battaglia continua tra pretese di aumento qualitativo dei prodotti a fronte di riduzione, anziché aumento, dei prezzi di vendita, si inserisce pure, sempre con maggior invadenza, l’Europa con le marcature CE, che aumentano i costi per produrre carte inutili e senza valore aggiunto per i clienti.
Il mondo delle costruzioni è sotto pressione per l’inserimento continuo di nuove norme sui prodotti, le imprese di produzione di beni sono alle prese con direttive (macchine, PED, Bassa tensione, ecc) che si aggiornano di continuo. Come fare per difendersi?
Per rispondere concretamente a questa domanda però, per non prendere posizioni astratte, è necessario porsi un altro quesito: quando affrontiamo obblighi di marcatura CE, siamo di fronte a richieste puramente burocratiche o siamo noi a creare burocrazia inutile perchè non abbiamo capito veramente cosa ci viene chiesto? Nel “noi” ovviamente vanno incluse sia le imprese che i consulenti che spesso le affiancano.
Il sistema produttivo nazionale, e quello del nord-est in particolare, è basato sulle piccole e medie imprese, generalmente nate e cresciute con attività di subfornitura e che progressivamente hanno incrementato la propria capacità tecnica arrivando a realizzare dei prodotti “nati dal basso”, ovvero dall’officina e non da progettazione tecnica. Questa modalità creativa ha avuto un grande pregio, ovvero quello di ottimizzare i processi di lavorazione per realizzare dei prodotti industrializzati partendo dall’esperienza, forti di soluzioni/design/prestazioni ottenibili da processi produttivi realmente economici. Il rovescio della medaglia è che la storia e l’evoluzione di questi progetti è nella testa dei singoli, non è diventata patrimonio dell’impresa nel suo insieme. I prodotti di molte nostre realtà sono un misto tra ripetitività industriale ed arte artigianale, da qui il dramma di dover documentare prodotti e processi per dimostrare la conformità alle specifiche minime richieste dalla marcatura CE. I nostri manufatti possono risultare spesso ridondanti rispetto ai requisiti minimi, ma senza capacità di prova.
Ecco che questo limite spaventa, generando ad ogni richiesta di performance (siano esse di sicurezza o di prestazione) il rifiuto del problema che spinge imprenditori e tecnici, spesso identificabili nella stessa persona, a cadere nella burocrazia, cioè in carte che nulla hanno a che fare con l’officina, gli acquisti, la commercializzazione; attività parallele costose e senza valore aggiunto per la struttura destinate a corrodere i margini. Sono adempimenti che nella maggior parte dei casi non interessano neppure ai clienti, se non come scusa per ritardare i pagamenti; ciò però nasce dalla nostra incapacità di usare gli elementi della marcatura per valorizzare il lavoro fatto, il prodotto offerto. Se non ci crede l’azienda che vende il prodotto come si può pretendere che vengano apprezzati dai clienti?
Ne nasce una considerazione di fondo e, sia permessa l’affermazione, un’accusa alle imprese che affrontano la marcatura CE come una gabella da dover pagare al sistema senza cercare di capire cosa fare veramente e altrettanto cosa documentare. Le tasse le affido al commercialista, la marcatura CE la affido al consulente di prodotto che mi dirà quali adempimenti mi spettano mentre continuo a lavorare come sempre. Questa è l’origine della burocrazia!!
Lontana da chi scrive l’idea che il sistema UE e le marcature CE siano privi di pecche, ma rifiutare un sistema è il modo migliore per subirne tutte le conseguenze negative, quelle reali e quelle indotte dal nostro disinteresse.
Ogni marcatura deve essere oggetto di un attento esame che individui cosa viene realmente richiesto, determini la concreta conformità del prodotto alle specifiche (non alle nostre interpretazioni), individui le modalità più economiche per documentare tale conformità, utilizzi strumenti efficaci ed efficienti per gli adempimenti.
Se questo lavoro non riesce a dare risposte concrete diventa opportuno fare una verifica di quanto la qualità del nostro prodotto sia dominio del sapere aziendale o quanto invece non sia il risultato di un intuito, di un’unica idea felice.
In questo la consulenza ha un ruolo fondamentale perchè ha il compito di accompagnare questo percorso di analisi; la marcatura CE non ha bisogno di operatori specialistici che ci sostituiscono alle funzioni interne, ma di qualcuno che consenta all’organizzazione di capire quale sia il proprio know how. Se poi il risultato sarà la scoperta della mancanza delle competenze specialistiche si andrà a porre rimedio, ma a un problema chiaro per acquisire ciò che veramente manca e non meramente carte.
È l’unico modo per sfuggire alla morsa della burocrazia! Noi ci siamo!
Seguici su